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Corso per i lavoratori incaricati dell222attivit340 di prevenzione incendi e lotta antincendio, evacuazione dei luoghi di lavoro e gestione delle emergenze (Art. 37 comma 9 del D . L gs 9 aprile 2008, n. 81) Ing. Mauro Malizia Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno(Aggiornamento dic embre 20 10 )

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 2 di 283 INTRODUZIONE Cenni sul D . L gs 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell'art . 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro). Il D.Lgs n. 81/08 come modificato dal D.Lgs n. 106/09 ( Nuovo testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro) , gara n- tendo l222uniformit340 della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio n a- zionale , si prefigge la valutazione, la riduzione e il controllo dei rischi per la s a- lute e per la sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro, mediante un222azione combinata di vari soggetti per ognuno dei quali prevede obblighi e sanzioni. Pi371 specificatamente il D.Lgs. 81/08 prescrive l222adozione di tutte le misure n e- cessarie per evitare l222insorgenza di un incendio e limitarne le conseguenze qu a- lora esso si verifichi, anche mediante la preventiva designazione dei lavoratori incaricati dell222attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato, di salvatag- gio, di pronto soccor so e, comunque di gestione dell222emergenza, i quali devono essere adeguatamente formati.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 3 di 283 I soggetti del Decreto Legislativo n. 81/08 Lavoratore : persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un222attivit340 la- vorativa nell222ambito dell221organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un222arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Datore di lavoro : il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l222assetto dell222organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la pr o- pria attivit340, ha la responsabilit340 dell222organizzazione stessa o dell222un it340 produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Azienda : il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato; Dirigente : persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzion a- li adeguati alla natura dell222incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organi z- zando l222attivit340 lavorativa e vigilando su di essa; Preposto : persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e fu nzionali adeguati alla natura dell222incarico conferitogli, sovrintende alla attivit340 lavorativa e g a- rantisce l222attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da pa r- te dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa; Responsabile del servizio di prevenzione e protezione: persona in possesso delle cap a- cit340 e dei requisiti professionali di cui all222 art. 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi ; Addetto al servizio di prevenzione e protezione: persona in possesso delle capacit340 e dei requisiti professionali di cui all222 art. 32, facente parte del servizio di cui alla lettera l); Medico competente : medico in possesso di uno dei titoli e dei requisi ti formativi e professionali di cui all222 art. 38, che collabora, secondo quanto previsto all222 art. 29, co. 1, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed 350 nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 4 di 283 sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al decreto; Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza : persona eletta o designata per rappr e- sentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro; Servizio di prevenzione e protezione dai rischi : insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all222azienda finalizzati all222attivit340 di prevenzione e protezione dai r i- schi professionali per i lavoratori; Valutazione dei rischi : valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell222ambito dell222organizzazione in cui essi prestano la propria att i- vit340, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il pr o- gramma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza; Pericolo : propriet340 o qualit340 intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; Rischio : probabilit340 di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di im- piego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; Unit340 produttiva : stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all222erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico f unzionale; Formazione : processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili a l la acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi; Informazione : complesso delle attivit340 dirette a fornire conoscenze utili alla identific a- zione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavor o; Addestramento : complesso delle attivit340 dirette a fare apprendere ai lavoratori l222uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione i n- dividuale, e le procedure di lavoro .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 5 di 283 Obblighi e Sanzioni per i lavoratori previsti dal D . L gs n. 81/ 2008: Articolo 20 - Obblighi dei lavoratori 1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissi oni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. 2. I lavoratori devono in particolare: a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all222adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale; c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e, nonch351 i dispositivi di sicurezza ; d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione; e) segnalare immediatamente al datore di lavoro , al dirige nte o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonch351 qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell222ambito delle proprie competenze e po ssibilit340 e fatto salvo l222obbligo di cui alla lettera f) 205 ; f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo; g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; i) sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal de creto o comunque disposti dal medico competente. Articolo 59 - Sanzioni per i lavoratori 1. I lavoratori sono puniti: a) con l222arresto fino a un mese o con l222ammenda da 200 a 600 euro per la violazione dell222articolo 20, comma 2, lett. b), c), d), e), f), g), h) e i);

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 6 di 283 Cenni sulla classificazione delle attivit340 1) Attivit340 a rischio di incendio elevato I n caso di incendio possono determinare danni gravi alle persone, per l' elevato numero di persone, anche impedite nella loro mobilit340, nonch351 a causa della c onformazione degli ambienti di lavoro tale da comportare difficolt340 in caso di evacuazione. E lenco di attivit340 a rischio di incendio elevato (a titolo esemplificativo e non esaustivo) : - attivit340 a rischio di incidente rilevante; - fabbriche e depositi di esplosivi; - centrali termoelettriche; - impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili; - impianti e laboratori nucleari; - depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a 20.000 mq.; - attivit340 commerciali ed espositive con su perficie aperta al pubblico superiore a 10.000 m2; - scali aeroportuali, staz . ferroviarie con sup . al chiuso aperta al pubblico, > 5.000 m2, metropolitane; - alberghi con oltre 200 posti letto; - ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani; - scuole di ogni ordine e grado con oltre 1000 persone presenti; - uffici con oltre 1000 dipendenti; - cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione, manutenzione e riparazione di gall e- rie, caverne, pozzi ed opere simili di lunghezza superiore a 50 m; - can tieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi. 2) Attivit340 a rischio di incendio medio L uoghi di lavoro di cui al DM 16/2/ 1982, con esclusione delle attivit340 di cui al punto 1. 3) Attivit340 a rischio di incendio basso A ttivit340 non ricomprese nei punti 1 e 2, per le quali si pu362 ritenere che i fattori di rischio, che possono determinare l222insorgere di un incendio e le conseguenze, siano limitati.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 7 di 283 Attestato di idoneit340 tecnica Si riporta l'elenco (previsto dall'allegato X al DM 10/3/1998) dei luoghi di lavoro ove si svolgono attivit340 per le quali, ai sensi dell'art. 6, co . 3 del DM 10/3/ 1998 , 350 previsto che i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta anti n- cendio e gestione delle emergenze, conseguano, oltre l'attestato di frequenza, anche l'a t- testato di idoneit340 tecnica di cui all'art. 3 della legge 28 novembre 1996, n. 609: - attivit340 a rischio di incidente rilevante ; - fabbriche e depositi di esplosivi; - centr ali termoelettriche ; - impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili; - impianti e laboratori nucleari ; - depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a 10.000 mq ; - attivit340 commerciali ed espositive con superficie aperta a l pubblico superiore a 5.000 mq ; - aeroport i, stazioni ferroviarie con superficie, al chiuso, aperta al pubblico, sup. a 5.000 mq, m e tropolitane ; - alberghi con oltre 100 posti letto; - ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani; - scuole di ogni ordine e grado con oltre 300 persone presenti; - uffici con oltre 500 dipendenti; - locali di spettacolo e trattenimento con capienza superiore a 100 posti; - edifici pregevoli per arte e storia, sottoposti alla vigilanza dello Stato ai sensi del R.D. 7 /11/1942 n. 1564, adibiti a musei, gallerie, collezioni, biblioteche, archivi, con superficie aperta a pubblico superiore a 1000 m2 - cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione, manutenzione e riparazione di ga l- lerie, caverne, pozzi ed op ere simili di lunghezza superiore a 50 m; - cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 8 di 283 Premessa Il manuale da cui sono tratte le presentazioni trae origine dalle dispense distribuite nell'aprile 1997 dall'allora Servizio Tecnico Centrale (ufficio centrale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco), e dalla documentazione multimediale fornita nell'ambito della convenzione tra il Ministero dell'Ist ruzione e il Ministero dell'Interno per la formazione degli addetti antincendio negli istituti di istruzione. Tali dispense, pur mantenendo lo schema e gli argomenti originari, sono state ampiamente modificate ed integrate anche per tener conto dei numero si aggiornamenti normativi che si sono succeduti nel tempo. Si 350 fatto riferimento al D.Lgs n. 81/08 come modificato dal D.Lgs 3 agosto 2009 n. 106 (Nuovo testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), che ha sostituito tra gli altri il D.lgs 626/94 e il D.lgs 493/96, ai nuovi decreti sulla resistenza al fuoco che recepiscono le norme europee e che hanno sostituito la vecchia circolare n. 91/61, ( DM 9/3/2007 "Prestazioni di r e- sistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivit340 soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco" e DM 16/2/2007 "Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione") , ai decreti sulla reazione al fuoco dei mater i ali ( DM 10/3/2005 modificato dal DM 25/10/2007 "Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali e' prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio"; e DM 15/3/2005 "Requisiti di re a- zione al fuoco dei prod otti da costruzione installati in attivit340 disciplinate da specifiche disposizioni te c- niche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo" ) ; al DM sviluppo econ o- mico 22 gennaio 2008, n. 37 ( che ha sostituito la legge n. 46/90), Norma UNI EN 2:2005 "Classi- ficazione dei fuochi", UNI EN 3/7:2008 "Estintori di incendio portatili", ecc. 310 possibile scaricare il file delle presentazioni dal sito del Comando Provinciale VV.F. di Ascoli Piceno, http://www.vigilfuoco.it/sitiVVF/ascoliPiceno sezione 'Servizi al cittadino' - ' Formazione D.Lgs.81/2008 '

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 9 di 283 Termini e definizioni generali relativi all222incendio Pericolo : fonte di possibile danno fisico alle persone. Rischio : probabilit340 che si verifichino eventi che producono danni fisici alla salute. Sicurezza : L222attivit340 finalizzata a rendere minimi i risch i. Combustione : Reazione chimica sufficientemente rapida di una s o- stanza combustibile con l222ossigeno accompagnata da sviluppo di calore, fiamma, di gas fumo e luce. Incendio : Combustione sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa senza limit azioni nello spazio e nel tempo. Fiamma: Combustione di gas con emissione di luce. Combustibile : Sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizi o- ne molecolare sono presenti elementi quali il carbonio, l222idrogeno, lo zolfo, ecc.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 10 di 283 Programma del Corso per addetto antincendio in attivit340 a rischio di incendio ELEVATO (16 ore) ARGOMENTO DURATA 1) L'INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI - principi della combustione - le principali cause d'incendio in relazione allo specifico ambiente di lavoro - le sostanze estinguenti - i rischi alle persone ed all'ambiente - specifiche misure di prevenzione incendi - accorgimenti comportamentali per prevenire gli incendi - l222importanza del controllo degli ambienti di lavoro - l222importanza delle verifiche e delle manutenzio ni sui presidi antincendio 4 ore 2) LA PROTEZIONE ANTINCENDIO - misure di protezione passiva - vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti - attrezzature ed impianti di estinzione - sistemi di allarme - segnaletica di sicurezza - impianti elettrici di sicurezza - illuminazione di sicurezza 4 ore 3) PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO - procedure da adottare quando si scopre un incendio - procedure da adottare in caso di allarme - modalit340 di evacuazione - modalit340 di chiamata dei servizi di soccorso - collaborazione con i vigili del fuoco in caso di intervento - esemplificazione di una situazione di emergenza e modalit340 procedurali - operative 4 ore 4) ESERCITAZIONI PRATICHE - presa visione e chiarimenti sulle principali attrezzature ed impian ti di spegnimento - presa visione delle attrezzature di protezione individuale (maschere, autorespiratore, tute, etc.) - esercitazioni sull222uso delle attrezzature di spegnimento e di protezione individuale 4 ore

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 11 di 283 Programma del Corso per addetto antincendio in attivit340 a rischio di incendio MEDIO (8 ore) ARGOMENTO DURATA 1) L'INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI - principi sulla combustione e l222incendio - le sostanze estinguenti - triangolo della combustione - le principali cause di un incendio - rischi alle persone in caso di incendio - principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi 2 ore 2) LA PROTEZIONE ANTINCENDIO E LE PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO - le principali misure di protezione c ontro gli incendi - vie di esodo - procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme - procedure per l222evacuazione - rapporti con i vigili del fuoco - attrezzature ed impianti di estinzione - sistemi di allarme - segnaletica di sicurezza - illuminazione di emergenza 3 ore 3) ESERCITAZIONI PRATICHE - presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione pi371 diffusi - presa visione e chiarimenti sulle attrezzature di protezione individuale - esercitazioni sull222uso degli estintori portatili e modalit340 di utilizzo di naspi ed idranti 3 ore

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 12 di 283 Programma del Corso per addetto antincendio in attivit340 a rischio di incendio BASSO (4 ore) ARGOMENTO DURATA 1) L'INCENDIO E LA PREVENZIONE - principi della combustione - prodotti della combustione - sostanze estinguenti in relazione al tipo di incendio - effetti dell222incendio sull222uomo - divieti e limitazioni di esercizio - misure comportamentali 1 ora 2) PROTEZIONE ANTINCENDI E PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO - principali misure di protezione antincendi - evacuazione in caso di incendio - chiamata dei soccorsi 1 ora 3) ESERCITAZIONI PRATICHE - presa visione e chiarimenti sugli estintori portatili - esercitazioni sull222uso degli estintori portatili 2 ore

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 13 di 283 CAPITOLO 1 L222INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI L222Incendio Definizione: rapida ossidazione di mat e- riali con notevole sviluppo di calore, fiamme, fumo e gas caldi. E ffetti dell'incendio: Emanazione di energia sotto forma di luce e calore Trasformazione dei combustibili in a l- tri elementi (prodotti di combustione)

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 14 di 283 La combustione La combustione 350 una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce . Avviene per ossidazione degli atomi di carbonio (C) e di idrogeno (H) presenti nelle sostanze combustibili. Ad esempio, nella co m- bustione dei combustibili pi371 comuni (legno, carbone, carta, idrocarburi, ecc.), costituiti in gran parte da carbonio e idrogeno, l222ossigeno dell222aria reagisce con l222idrogeno (formando acqua (H2O) sotto forma di vapore) e con il carbonio (formando anidr i- de carbonica (CO2), ossido di carbonio (CO), fumi ecc.) P u362 avvenire con o senza sviluppo di fiamme superficiali. La combustione senza fiamma superficiale si verifica genera l- mente quando la sostanza combustibile non 350 pi371 in grado di sviluppare par ticelle volatili. Solitamente il comburente 350 l222ossigeno contenuto nell222aria , ma s o- no possibili incendi di sostanze che contengono nella loro molecola un quantit340 di ossigeno sufficiente a determinare una combustione, quali ad esempio gli esplosivi e la celluloide.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 15 di 283 C ondizioni necessarie per la combustione: presenza del combustibile presenza del comburente presenza di una sorgente di calore Nota: Composizione dell'aria: Azoto (N2): 78,08%; Ossigeno (O2): 20,95%; Argon (Ar): 0,934%; altri gas: 0,036% Combustibile : sostanza in grado di bruciare . I materiali combustibili possono essere allo stato solido, liquido o gassoso. Comburente: sostanza che consente e favorisce la combustione ; il pi371 importante 350 l'ossigeno dell'aria ed 350 quello maggiormente reperibile in natura Calore: forma di energia che si manifesta con l'innalzamento della temperatura. Un combustibile brucia quando viene a trovarsi ad una temperatura tale che, avvicinando l'innesco, inizia la combustione .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 16 di 283 Combustibili solidi, liquidi e gassosi (approfondimento) Combustibili solidi I pi371 comuni sono il legno e i prodotti similari ( es . carta, cartone, canapa, cotone, iuta, vegetali, ecc.). N ormalmente necessitano di una prolungata esposizione al calore prima di dar vita alla combustione e sono in grado di bruciare con fiamma viva o senza fiamma, nonch 351 di carbonizzarsi. Grande importanza riveste la pezzatura in cui il materiale si trova, infatti tanto pi371 350 suddiviso fin e- mente pi371 350 alta la sua combustibilit340. Estremizza ndo, le polveri fluttuanti nell'aria come segatura, f a- rine, fibre tessili vegetali possono provocare, qualora innescate da un arco elettrico o da un comune accendino, rapidissime combustioni con effetti addirittura esplosivi. Trovano molta diffusione negli ambienti ricettivi e nelle scuole anche le materie plastiche (nylon, pvc, polistirolo, bachelite, ecc.) usate spesso negli arredi; questi materiali bruciando provocano fumi scuri e molto densi, nocivi e in qualche caso tossici. Combustibili liquidi P resen tano il pi371 alto potere calorifico e vengono impiegati sia nei motori a combustione interna, negli impianti di riscaldamento e in vari prodotti utilizzati per la pulizia. I pi371 comuni sono la benzina, il gasolio, gli alcoli, gli oli combustibili. L'indice della maggiore o minore combustibilit340 di un liquido 350 fornito dalla temperatura di infiammabilit340. Per questo 350 utile conoscere il significato di questi valori, per scegliere i prodotti detergenti meno pericolosi dal punto di vista della temperatura di i nfiammabilit340. Combustibili gassosi S ono generalmente conservati all'interno di recipienti atti ad impedirne la dispersione incontrollata nell'ambiente. Lo stoccaggio pu362 essere eseguito con diverse modalit340 dando luogo a gas compressi (conservati sotto pressione allo stato gassoso alla temperatura ambiente) e gas liquefatti (conservati alla temperatura ambiente in parte allo stato liquido ed in parte allo stato di vapore sotto una pressi o- ne relativamente bassa).

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 17 di 283 Sostanz e comburent i (approfondimento) Un gas comburente partecipa alla combustione, la attiva e la mantiene anche in assenza di aria. Il pi371 noto e diffuso comburente 350 l'ossigeno ( O2) . Altri comburenti a base d'ossigeno sono il protossido di azoto ( N2O ) , il biossido di azoto ( NO2) , l'ossido di azoto ( NO ). Nella categoria dei comburenti rientrano anche gli alogeni (fluoro e cloro) e quindi le sostanze capaci di liberarli. I gas comburenti sono ordinariamente conservati compressi liquefatti . L' ossigeno 350 una sostanza molto pericolosa in quanto nelle atmosfere sovraossigenate esiste un altissimo rischio di incendio . Il rischio diventa elevato a concentrazioni di O2 superiori al 30% . Nelle atmosfere sovraossigenate, in caso di presenza di gas infiammabile: Il c a m po d i in fia mmab i l i t340 si al l a r ga po ic h 351 c r e s ce il L. S. i l L.S de l m e t a n o pa ssa da l 1 5 % a l 61% Au m enta la v el ocit340 di p ropa g azi o ne de l l 222 i n c e n d io nel metano si passa da 0 , 4 m/s a circa 40 m/s D i m i n u i s c e l 222 ener g i a m i n ima d i i n nes c o nel metano si passa da 0 , 3 mj a 0 , 003 mj (circa 100 volte inferiore) Au m enta la te m per a tura teorica di co m b u sti one nel metano da 2000 260 C fino a 3000 260 C Si ab b a s sa l a te m per a tura di a u toac c ensi o ne Quasi tutte le sostanze sono combustibili in ossigeno puro, p ertanto un aumento di concentrazione di ossigeno pu362 cambiare la classificazione di una sostanza da non infiammabile ad infiammabile . In atmosfere ricche di ossigeno il corpo umano brucia vigorosamente .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 18 di 283 Triangolo del fuoco La combustione pu362 essere rappr e- sentata schematicamente da un triangolo i cui lati sono costituiti dai 3 elementi necessari : Combustibile Comburente Sorgente di calore S olo la contemporanea presenza di questi 3 elementi da luogo al f e- nomeno dell222incendio . Al mancare di almeno uno di essi l222incendio si spegne .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 19 di 283 Sistemi per ottenere lo spegnimento dell222incendio: Esaurimento del combustibile : allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d222incendio; Soffocamento : separazione del comburente dal combustibile o riduzione della co n- centrazione di comburente in aria; Raffreddamento : sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 20 di 283 Azione Chimica: Oltre i 3 sistemi visti in precedenza , esiste anche l' azione chimica di estinzione dell'incendio (azione ant i- catalitica o catalisi negativa). S ono sostanze che inibiscono il processo della combustione (es. halon, polveri). Gli estinguenti chimici si combinano con i prodotti volatili che si sprigi o- nano dal combustibile, rendendo questi ultimi inadatti alla combustione, bloccando la reazione chimica della combustione . Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una comb i- nazione delle operazioni di esaurimento del combustibile , di so f- f ocamento , di raffreddamento e di azione chimica .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 21 di 283 Gli elementi che caratterizzano la combustione U n incendio si caratterizza per tipo di combustibile e per il tipo di sorgente d222innesco (nella quasi totalit340 dei casi il co m- burente 350 l222ossigeno naturalmente contenuto nell222aria) . Comburente: Ossigeno dell'aria Tipi di Combustibile: Solidi, liquidi, gas, metalli Tipi di Sorgente d222innesco: Accensione diretta, accensione indiretta, attrito, autocombustione o r i- scaldamento spontaneo

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 22 di 283 La classificazione dei fuochi Norma europea UNI EN 2:2005 "Classificazione dei fuochi" Gli incendi vengono distinti in 5 classi , s e- condo le caratteristiche dei materiali co m- bustibili, in accordo con la norma UNI EN 2:2005. classe A Fuochi da materiali solidi genera l- mente di natura organica, la cui combustione avviene normalmente con formazione di braci. classe B Fuochi da liquidi o da solidi li- quefattibili classe C Fuochi da gas classe D Fuochi da metalli classe F Fuochi che interessano mezzi di cottura (oli e grassi vegetali o animali) in apparecchi di cottura. Le originarie 4 classi sono diventate 5 con l'aggiornamento della norma UNI EN 2:2005 che ha introdotto la classe F.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 23 di 283 La norma UNI EN 2:2005 suddivide 5 classi di fuoco in relazi o- ne al tipo di combustibile . Non definisce una classe per i fuochi con un rischio dovuto all'elettricit340 . Questa classificazione 350 utile in modo particolare nel settore della lotta contro l'incendio mediante estintori . La classificazione degli incendi 350 tutt222altro che accademica, in quanto essa consente l222identificazione della classe di rischio d222incendio a cui corrisponde: una precisa azione operativa antincendio un222opportuna scelta del tipo di estinguente . Non tutte le sostanze estinguenti possono essere impieg a- te i ndistintamente su tutti i tipi di incendio .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 24 di 283 La combustione pu362 presentarsi in 2 forme : combustione viva con fiamme combustione lenta senza fiamme , ma con formazione di brace incandescente . L' acqua , la schiuma e la polvere sono le s o- stanze estinguenti pi371 comunemente utiliz- zate . In genere l'agente estinguente migliore 350 l'acqua , che agisce per raffreddamento . Classe A Fuochi da materiali solidi quali: legname carboni, carta, tessuti, trucioli, pelli, gomma e derivati la cui combustione genera braci

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 25 di 283 Gli estinguenti pi371 comunemente utilizzati s o- no costituiti da schiuma , polvere e CO2. L'agente estinguente migliore 350 la schiuma che agisce per soffocamento . 310 controindicato l'uso di acqua a getto pieno (pu362 essere utilizzata acqua con getto frazi o- nato o nebulizzato). Classe B Fuochi da liquidi idrocarburi, benzine, alcoli, solventi, oli minerali, grassi, eteri

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 26 di 283 L'intervento principale contro tali incendi 350 quello di bloccare il flusso di gas chiudendo la valvola di intercettazione o otturando la falla. E siste il rischio di esplosione se un incendio di gas viene estinto prima di intercettare il gas . L' acqua 350 consigliata solo a getto frazionato o nebulizzato per raffreddare i tubi o le bombole coinvolte. Sono utilizzabili le polveri polivalenti. Il riferimento all222 idoneit340 di un estintore all222uso contro fuochi da gas (classe C) 350 a d i- screzione del costruttore , ma si applica solo agli estintori a polvere che hanno ot- tenuto una valutazione di classe B o classe A e classe B (norma UNI EN 3 - 7 :2008 ). Classe C Fuochi da gas : metano, G.P.L., idrogeno, acetilene, butano, propano.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 27 di 283 Nessuno degli estinguenti normalmente utilizzati per gli incendi di classe A e B 350 idoneo per incendi di metalli che bruciano (alluminio, magnesio, potassio, sodio). In tali incendi occorre utilizzare delle polveri speciali ed operare con personale particolarmente addestrato. Sono particolarmente difficili da estinguere d a- ta la loro altissima temperatura. Nei fuochi coinvolgenti alluminio e magnesio si utilizza la polvere al cloruro di sodio. Gli altri agenti estinguenti ( compresa l'acqua) sono da evitare in quanto possono causare reazioni con rilascio di gas tossici o esplosioni. Classe D Fuochi da metalli alluminio, magnesio, sodio, pota s- sio

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 28 di 283 Classe D: Norma UNI EN 3 -7 :2008 ( approfondimento ) L222idoneit340 degli estintori all222uso ai fuochi di classe D (fuochi da metalli non rientra nel campo di applicazione della norma UNI EN 3 -7 in relazione ai focolari di prova. Tuttavia, gli estintori per i quali 350 dichiarata l222idoneit340 alla classe D sono coperti, sotto ogni altro aspetto, dai requisiti della norma per gli estin- tori a polvere. L222estinzione di un fuoco da metallo presenta tali peculiarit340 (in te r- ecc.) rappresentat i- deve essere stab i- lita caso per caso.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 29 di 283 R ecentemente introdotta dalla norma UNI EN 2:2005. 310 riferita ai fuochi di oli combustibili di natura vegetale e/o anim a le quali quelli usati nelle cuc i- ne, in apparecchi di cottura . La formula chimica degli oli minerali (idrocarburi - fuochi di classe B) si distingue da quella degli oli vegetali e/o animali. Gli estinguenti per classe F spengono per azione chimica , effettua ndo una catalisi negativa per la reazione chimica di combustione. L'utilizzo di estintori a polvere e di estintori a CO2 contro fuochi di classe F 350 considerato pericoloso . Pertanto non devono essere sottoposti a prova secondo la norma europea UNI EN 3 - 7:2008 e non devono essere marcati con il pittogramma di classe "F". Tutti gli estintori idonei per l'uso su fuochi di classe F devono essere conformi ai requisiti della prova dielettrica del punto 9 della norma UNI EN 3 - 7:2008. Classe F Fuochi che interessano mezzi di co t- tura Olio da cucina e grassi vegetali o animali

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 30 di 283 Ex Classe E La norma UNI EN 2:2005 non comprende i fuo- chi di "Impianti ed attrezzature elettriche so t- to tensione" (vecchia classe E ) in qua n to, gli in- cendi di impianti ed attrezzature elettriche sono r i- conducibili a l le classi A o B. Gli estinguenti specifici per questi incendi sono le polveri dielettriche e la CO2, mentre non devono essere usati acqua e schiuma.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 31 di 283 Ex Classe E ( approfondimento) Per stabilire se l'estintore pu362 essere utilizzato su apparecchiature sotto tensio ne deve essere effettuata la prova dielettrica prevista da lla norma UNI EN 3 -7:2008. Tale prova non 350 richiesta per gli estintori a CO2 in quanto l'anidr i- de carbonica non 350 conduttrice di elettricit340, ne 350 richiesta per quegli estintori per i quali non viene chiesto l'impiego per parti elettriche sotto tensione. Tutti gli estintori idonei per l'uso su fuochi di classe F devono essere conformi ai requisiti della prova dielettrica . Gli estintori portatili che non sono sottoposti a prova dielettrica, o non soddisfano tali requisiti, devono riportare la seguente avvertenza: " AVVERTENZA non utilizzare su apparecchiature elettriche sotto tensione" Gli estintori portatili che utilizzano altri agenti e gli estintori a base d'acqua conformi a lla norma UNI EN 3 - 7 :2008, devono riportare l'ind i- cazione della loro idoneit340 all'uso su apparecchiature elettriche sotto tensione, per esempio: "adatto all'uso su apparecchiature elettr i- che sotto tensione fino a 1000 v ad una distanza di un metro" .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 32 di 283 Le sorgenti d222innesco P ossono essere suddivise in 4 categorie : Accensione diretta Accensione indiretta Attrito Autocombustione o riscaldamento spontaneo

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 33 di 283 Accensione diretta Quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combust i- bile in presenza di ossigeno. Esempi: operazioni di taglio e sald a- tura, fiammiferi e mozziconi di sig a- retta, lampade e resistenze elettriche, stufe elettriche, scariche elettrostati- che.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 34 di 283 Accensione indiretta I l calore d222innesco avviene nelle forme della convezione , conduzione e i r- raggiamento termico. Esempi: correnti di aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala o altri collegamenti vertic a- li; propagazione di calore attraverso elementi metallici strutturali degli ed i- fici. Le 3 forme di propagazione del calore: Convezione, Conduzione, Irraggiamento

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 35 di 283 Attrito I l calore 350 prodotto dallo sfr e- gamento di due materiali. Esempi: malfunzionamento di parti meccaniche rotanti quali cuscinetti, motori; urti; rottura violenta di materiali metallici.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 36 di 283 Autocombustione o riscaldamento spontaneo I l calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di ossidazio- ne, reazione chimiche, decompos i- zioni esotermiche in assenza d222aria, azione biologica. Esempi: cumuli di carbone, stracci o segatura imbevuti di olio di lino, polveri di ferro o nichel, ferment a- zione di vegetali.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 37 di 283 Prodotti della combustion e S ono suddivisibili in 4 categorie : Gas di combustione Fiamme Fumo Calore

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 38 di 283 Gas di combustione R imangono allo stato gassoso all a temp e- ratura ambiente di riferimento di 15 260C . La produzione di tali gas in un incendio dipende: - dal tipo di combustibile ; - dalla percentuale di ossigeno ; - dalla temperatura raggiunta. Nella maggioranza dei casi, la mortalit340 per incendio 350 da attribuire all222inalazione di questi gas che prod u- cono danni biologici per anossia o per tossicit340. Gas tossici (T) o molto tossici (T+): i n c aso d i i n alazi o n e i n pic c ole o p ic c ol i s s i m e q u a n t i t 340 , poss o n o e ssere letali opp u re prov o c are lesio n i a c u te o c ro n iche

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 39 di 283 Fiamme S ono costituite dall222 emissione di luce dovuta alla co m- bustione di gas. N ell222 incendio di combustibili gassosi 350 possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temper a- tura di combustione dal colore della fiamma: Colore della fiamma Temp. (260C) Rosso nascente Rosso scuro Rosso ciliegia Giallo scuro Giallo chiaro Bianco Bianco abbagliante 525 700 900 1100 1200 1300 1500 Scala cromatica delle temperature nella combustione dei gas

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 40 di 283 Fumi L 'elemento pi371 caratteristico dell'incendio, ne identifica la presenza anche da grandi distanze . S ono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o v a- pori condensati). Le particelle solide sono sostanze incombuste e ceneri che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trasci nate dai gas caldi. Rendono il fumo di colore scuro. Impediscono la visibilit340 ostacolando l222attivit340 dei soccorritori e l222esodo delle persone. Le particelle liquide (nebbie o vapori condensati) sono costituite da vapor d222acqua che al di sotto dei 100 260C condensa dando luogo a fumo di color bianco . Particelle solide (fumo di colore scuro) Particelle liquide (fumo di colore chiaro) Nota : Quantit340 del fumo prodotto da un combustibile: legno 17 m263/kg; benzina 38 m263/kg; alcool eti- lico 25 m263/kg

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 41 di 283 Calore 310 la causa principale della prop a gazione d e- gli incendi . Provoca l222aumento della temperatura di tutti i ma- teriali e i corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione. Il calore 350 dannoso per l'uomo p o- tendo causare: disidratazione dei tessuti , difficolt340 o blocco della respirazione , scottature .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 42 di 283 I parametri fisici della combustione La combustione 350 caratterizzata da num e- rosi parametri fisici e chimici , i principali dei quali sono i seguenti: Temperatura di accensione Temperatura teorica di combustione Aria teorica di combustione Potere calorifico Temperatura di infiammabilit340 Limiti di infiammabilit340 e di esplodibilit340

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 43 di 283 Temperatura di accensione o di autoaccensione (260C) La minima temperatura alla quale la miscela combustibile - comb u- rente inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza u l- teriore apporto di calore o di energia dall222esterno. Sostanze Temperatura di accensione (260C) valori indicativi Sostanze Temperatura di accensione (260C) valori indicativi Acetone 540 carta 230 Benzina 250 legno 220 - 250 Gasolio 220 gomma sintetica 300 Idrogeno 560 metano 537 alcool metilico 455

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 44 di 283 Temperatura teorica di combustione (260C) Il pi371 elevato valore di temperatura che 350 possibile raggiungere nei prodotti di combustione di una sostanza T emperatura delle fiamme : valori indicativi a seconda del tipo di combustibile - Combustibili solidi: da 500 a 800 260C - Combustibili liquidi: da 1300 a 1600 260C - Combustibili gassosi: da 1600 a 3000 260C Sostanze Temperatura di combustione (260C teorici) idrogeno 2205 metano 2050 petrolio 1800 propano 2230

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 45 di 283 Aria teorica di combustione (m3) Quantit340 di aria necessaria per raggiungere la combustione co m- pleta del materiale combustibile. Sostanze Aria teorica di combustione (Nm 3 /Kg) Sostanze Aria teorica di combustione (Nm 3 /Kg) legno 5 polietilene 12,2 carbone 8 propano 13 benzina 12 idrogeno 28,5 alcool etilico 7,5

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 46 di 283 Potere calorifico (MJ/Kg o MJ/mc o Kcal/Kg ) Quantit340 di calore prodotta dalla combustione completa dell222unit340 di massa o di volume; si definisce: Potere calorifico superiore (P.C.S.) Si considera anche il calore di conde n- sazione del vapore d222acqua prodotto (calore latente di vaporizzazione); Potere calorifico inferiore (P.C.I.) Non si considera il calore di evapor a- zione del vapore acqueo. In genere nella prevenzione incendi viene considerato il potere calorifico inferiore. Unit340 di misura dell'energia: Formule di conversione: La caloria 350 definita come la quantit340 di calore necessaria ad el e- vare da 14,5 a 15,5 260C la temperatura della massa di un grammo di acqua distillata a livello del mare, a pressione di 1 atm; equivale a 4,184 Joule. 1 cal = 4,184 J 1 J = 0,239 cal 1 MJ = 239 Kcal Sostanze Potere calorifico inferiore (MJ/Kg) Potere calorifico inferiore (KCal/Kg) legno (*) carbone carta, cartone benzina alcool etilico polietilene propano idrogeno 17,5 30 20 45 30 40 46 120 4192 7170 4780 10755 7170 9560 10994 28680 (*) 1 MJ = 0,057 Kg di legna equivalente

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 47 di 283 Carico di Incendio ( MJ o Kcal ) (approfondimento): Potenziale termico netto della totalit340 dei mate- riali combustibili contenuti in uno spazio, corre t- to in base ai parametri indicativi della partecip a- zione alla combustione dei singoli materiali. ( q = i Hi mi i ) Convenzionalmente 1 MJ 350 assunto pari a 0,057 Kg di legna equiv a- lente. ( ossia 1 kgleq viene assunto pari a 17.5 MJ , o pi371 precisamente 1/0,057= 17,54 MJ). 1 MJ = 239 Kcal 1 kgleq= 239 x 17,54 = 4192 Kcal/Kg. (cio350 350 come considerare un legno standard con un potere calorifico di circa 4192 Kcal/Kg invece che 4400 Kcal/Kg della vecchia Circolare n. 91/61).

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 48 di 283 Temperatura di infiammabilit340 (260C) T emperatura minima alla quale i liquidi in- fiammabili o combustibili emettono vapori in quantit340 tali da incendiarsi in caso di inne- sco . I liquidi sono in equilibrio con i propri vapori che si sviluppano sulla superficie di separazione tra pelo libero del liquido e ari a. La combustione avviene quando, in corrisponde n- za della superficie i vapori dei liquidi, miscelandosi con l222ossigeno dell222aria sono innescati . Sostanze Temper a- tura di i n- fiammabili- t340 (260C) gasolio acetone benzina alcool metilico alcool etilico toluolo olio lubrificante kerosene 65 - 18 - 20 11 13 4 149 37

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 49 di 283 Limiti di infiammabilit340 (% in volume) I ndividuano il campo di infiammabilit340 all222interno del quale si ha, in caso d222innesco, l222accensione e la propagazione della fia m- ma. L imite inferiore di infiammabilit340 : la pi371 bassa concentrazione in volume di vapore della miscela al di sotto della quale non si ha accensione in presenza di innesco per carenza di combustibile; L imite superiore di infiammabilit340 : la pi371 alta concentrazione in volume di vapore della miscela al di sopra della quale non si ha accensione in presenza di innesco per eccesso di combustibile. SOSTANZE Campo di infiamm a- bilit340 (% in volume) limite i n- feriore limite s u- periore acetone 2,5 13 ammoniaca 15 18 benzina 1 6,5 gasolio 0,6 6,5 idrogeno 4 75,6 metano 5 15 G.P.L. 2 9

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 50 di 283 Limiti di esplodibilit340 (% in volume) Limite inferiore di esplodibilit340 L a pi371 bassa concentrazione in volume di vapore della miscela al di so t- to della quale non si ha esplosione in presenza di innesco Limite superiore di esplodibilit340 L a pi371 alta concentrazione in v o- lume di vapore della miscela al di sopra della quale non si ha espl o- si one in presenza di innesco Sono posizionati all222interno del campo di infiammabilit340.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 51 di 283 Combustione delle sostanze solide, liquide e gassose La combustione delle sostanze solide L222accensione di un combustibile solido rappresenta la fase di superamento di un processo di degrad a- zione del materiale superficiale, della sua evaporazione ( pirolisi) e combinazione con l222ossigeno circo- stante e quindi, in presenza di innesco, dell222instaurarsi di una reazione esotermica capace di autoso- stenersi. Parametri che caratterizzano l a combustione delle sostanze solide: Pezzatura e forma (pezzature di piccola taglia e forme irregolari favoriscono la combustione); Porosit340 (la maggiore porosit340 favorisce la combustione); Elementi che compongono la sostanza ( la presenza di elementi combustibili favorisce la combustione); Umidit340 (la maggiore umidit340 non favorisce la combustione); Ventilazione (la maggiore ventilazione favorisce la combustione). Inoltre il processo di combustione delle sostanze solide porta alla f ormazione di braci che sono costituite dai prodotti della combustione dei residui carboniosi della combustione stessa.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 52 di 283 La combustione dei liquidi infiammabili I liquidi sono in equilibrio con i propri vapori che si sviluppano a seco n da delle condizioni di pressione e temperatura sulla superficie di sep a razione tra pelo libero del liquido e l'aria . Nei liquidi infiammabili la combustione avviene quando, in corrispondenza della suddetta superficie , i vapori dei liquidi, miscelandosi con l222ossigeno dell222ari a in concentrazioni comprese nel campo di infiammabilit340, sono innescati.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 53 di 283 Classificazione dei liquidi infiammabili P er bruciare in presenza di innesco un liquido infiammabile deve pass a- re dallo stato liquido allo stato v a- pore . L222indice della maggiore o minore comb u- stibilit340 350 fornito dalla temperatura di i n- fiammabilit340: Categoria A: punto di infiammabilit340 < 21260C Categoria B: punto d222infiammabilit340 compreso tra 21260C e 65260C Categoria C: punto d222infiammabilit340 > 65260C compreso tra 65260C e 125260C (oli combustibili) superiore a 125260C (oli lubrificanti) SOSTANZE Temper a- tura di infiamm a- bilit340 (260C) Cate - goria gasolio 65 C acetone - 18 A benzina - 20 A alcool metilico 11 A alcool etilico 13 A toluolo 4 A olio lubrificante 149 C kerosene 37 B petrolio greggio 20 A

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 54 di 283 La combustione dei gas infiammabili Nelle applicazioni civili ed industriali i gas , compresi quelli infiammabili, sono contenuti in recipienti (serbatoi, bo m- bole, ecc.) atti ad imp e dirne la dispersi o- ne incontrollata nell222ambiente. I gas possono essere classificati in fu n- zione delle loro : Caratteristiche fisiche (densit340) Modalit340 di conservazione .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 55 di 283 Densit340 di un gas o vapore : Rapporto tra il peso della sostanza allo stato di gas o vapore e quello di un ugual volume di aria a pressione e temperatura ambiente. Fornisce informazioni sulla propagazione dei gas o vapori dopo l'emissione accidentale. In questo caso intend iamo la densit340 relativa, cio350 il rapporto tra la densit340 della sostanza in esame e quella di una sostanza pres a come rif e- rimento, per una data temperatura e pressione, che ne l caso dei gas o vapori 350 rappresentata dall'aria. densit340 di alcuni gas GAS Densit340 Acetilene 0,90 Ammoniaca 0,59 Cloro 1,47 Gasolio 3,4 Idrogeno 0,07 Metano 0,55 Idrogeno solforato 1,19 GPL 1,9 Ossido di carbonio 0,97

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 56 di 283 Classificazione in base alle caratteristiche fisiche (densit340) Gas Leggero Gas avente densit340 rispetto all222aria inferiore a 0,8 ( metano, idrogeno, ecc.) Un gas leggero quando liberato dal proprio contenitore tende a stratif i- care verso l222alto.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 57 di 283 Gas Pesante Gas avente densit340 rispetto all222aria superiore a 0,8 ( G.P.L ., acetilene, etc.) Un gas pesante quando liberato dal proprio contenitore tende a stratif i- care ed a permanere nella parte bassa dell222ambiente o a penetrare in cunicoli o aperture presenti a livello del piano di calpestio.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 58 di 283 Classificazione in base alle modalit340 di conservaz ione Gas Compresso Gas che vengono conservati allo stato gassoso ad una pressione sup e- riore a quella atmosferica in appositi recipienti ( bombole ) o trasportati attraverso tubazioni. La pressione di compressione pu362 variare da poche centinaia millimetri di colonna d222acqua (rete di distribuzione gas metano per utenze civili) a qualche centinaio di atmosfere (bombole di gas metano e di aria compre s sa) GAS Pressione di stoccaggio (bar) valori indicativi metano 300 idrogeno 250 gas nobili 250 ossigeno 250 aria 250 CO 2 (gas) 20 Serbatoi di metano compresso

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 59 di 283 Gas Liquefatto Gas che per le sue caratteristiche chimico - fisiche pu362 essere liquefatto a temperatura ambiente me- diante compressione ( GPL , butano, propano, ammoni a- ca, cloro). Il vantaggio consiste nella possibilit340 di detenere grossi quantitativi di prodotto in spazi contenuti: U n litro di gas liquefatto pu362 sviluppare nel pa s- saggio di fase fino a 800 litri di gas . I contenitori debbono garantire una parte del vol u- me geometrico sempre libera dal liquido per consentire allo stesso l222equilibrio con la pr o- pria fase vapore; pertanto 350 prescritto un limite massimo di riempimento dei conten i- tori detto grado di riempimento. GAS LIQUEFATTO Grado di rie m- pimento (kg/dm 3 ) ammoniaca 0,53 cloro 1,25 butano 0,51 propano 0,42 GPL 0,43 - 0,47 CO 2 0,75

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 60 di 283 Gas Refrigerato Gas che possono essere conservati in fase liquida mediante refriger a- zione alla temperatura di equilibrio liquido - vapore con livelli di pressio- ne estremamente modesti, assimilabili alla pressione atmosferica. Es. Ossigeno liquido: temperatura di liquefazione - 182.97 260C (T=90.18 K) Azoto liquido: temperatura di liquefazione - 195.82 260C (T=77.35 K) Approfondimento L a temperatura pi371 bassa che teoricamente si pu362 ottenere rappresenta lo "zero assoluto" , 0 K (gradi Kelvin) e corrisponde a 226 273,15 260C ( 226 459,67 260F ) Serbatoi di ossigeno liquido

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 61 di 283 Gas Disciolto Gas che sono conservati in fase gassosa disciolti entro un liquido ad una determinata pressione (ad es.: acetilene disciolto in acetone, anidride carbonica disciolta in acqua gassata - acqua m i- nerale). Saldatura portatile ossigeno acetilene

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 62 di 283 Sostanze estinguenti in relazione al tipo di incendio L222estinzione dell222incendio si ottiene per raffreddamento , sottrazione del combustibile, soffocamento e azione chimica. Tabella 223 Azioni per estinzione in base all'ef- fettivo contributo usualmente riscontrato per ciascun estinguente 224 Tali azioni possono essere ottenute singolarmente o contemporaneamente mediante l222uso delle s o- stanze estinguenti, scelte in funzione della natura del combustibile e delle dimensioni del fuoco. Tabella 223 Estinguenti in or dine di efficacia per ciascuna classe di fuoco 224 310 fondamentale conoscere le propriet340 e le m o- dalit340 d222uso delle principali sostanze estingue n- ti , in modo da valutarne anche l222 efficacia in rel a- zione alla specifica classe di fuoco . Importante 350 la conoscenza della possibilit340 o m e- no di utilizzo dell'estinguente su attrezzature elettriche sotto tensione.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 63 di 283 S ostanze estinguenti normalmente utilizzate: Acqua Schiuma Polveri Gas inerti Idrocarburi alogenati (HALON) Agenti estinguenti alternativi all222halon Nota: Alcune delle sostanze utilizzate oggi sono state sempre usate in passato, mentre altre s o- no di pi371 recente scoperta e rappresentano il risultato delle continue ricerche effettuate per disporre di mezzi e sistemi sempre pi371 efficaci nella lotta contr o gli incendi. Tali ricerche sono tanto pi371 necessarie quanto pi371 le moderne tecniche e lavorazioni po r- tano a concentrare in zone ristrette sempre maggiori quantit340 di prodotti pericolosi o f a- cilmente combustibili.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 64 di 283 Azioni per estinzione in base all'effet tivo contributo usualmente riscontrato per ciascun estinguente Estingue n- te 1260 azione 2260 azione 3260 azione Classi di fuoco apparecchi in tensione (*) Polvere chimica soffocamento raffreddame n- to A B C se senza simbolo CO2 raffreddame n- to soffocamento - B C SI Schiuma soffocamento raffreddame n- to - A B NO Halon chimica raffreddame n- to soffocamento A B C se senza simbolo Acqua raffreddame n- to soffocamento - A B NO (*) si fa riferimento al simbolo di d i vieto all'uso su apparecchi a- ture sotto tensione

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 65 di 283 Estinguenti in ordine di efficacia per ciascuna classe di fuoco Descrizione Classe di fuoco 1260 esti n- guente 2260 esti n- guente 3260 estinguente 4260 esti n- guente Legno, cartone, carta, plastica, pvc, tessuti, moquette acqua polvere halon schiuma Benzina, petr o- lio, gasolio, lubrif i- canti, oli, alcol, solventi schiuma polvere halon CO2 Metano, g.p.l., gas naturale polvere halon CO2 acqua nebu- lizzata

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 66 di 283 ACQUA 310 la sostanza estinguente principale per la facilit340 con cui pu362 essere re perita a ba s- so costo. A zione estinguente: Raffreddamento ( abbassamento della temperatura ) del combustibile; Soffocamento per sostituzione dell222ossigeno con il vapore acqueo; Diluizione di sostanze infiammabili solubili in acqua fino a renderle non pi371 tali; Imbevimento dei combustibili solidi.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 67 di 283 Utilizzo dell'acqua L222 acqua 350 consigliata per incendi di combustibili solidi ( classe A ) , con esclusione delle sostanze incompatibili quali sodio e potassio che a contatto con l222acqua liberano idrogeno, e carburi che invece liberano acetilene. In alcuni paesi europei questi estintori sono sottoposti alla prova dielettrica, con esito p o- sitivo, ottenendo pertanto l'approvazione di tipo. Per stabilire se un estintore a base d'acqua pu362 essere utilizzato su apparecchiature sotto tension e, deve essere effettuata la prova dielettrica prevista da lla norma UNI EN 3 - 7:2008 In Italia non viene consentito l'uso su apparecchiature elettriche , in questo caso 350 obbligatorio riportare l'avve r- tenza nella parte terza dell222etichetta 223AVVERTENZA non utilizzare su apparecchiat u re elettriche sotto tensione224.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 68 di 283 SCHIUMA C ostituita da una soluzione in acqua di un liquido schiumogeno , che per effetto della pressione di un gas fu o- riesce dall222estintore e passa all222interno di una lancia dove si me- scola con aria e forma la schiuma. L222azione estinguente avviene per Soffocamento (separazione del combustibile dal comburente) e per raffreddamento in minima parte . Sono impiegate normalmente per incendi di liquidi infiammabili (cla s- se B) . Non 350 utilizzabile sulle apparecchiature elettriche e sui fuochi di classe D . 310 obbligatorio riportare l'avvertenza nella parte terza dell222etichetta 223AVVERTENZA non utilizzare su appare c- chiature elettriche sotto tensione224

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 69 di 283 Schiume ad alta, media e bassa espansione In base al rapporto tra il volume della schiu- ma prodotta e la s o luzione acqua - schiumogeno d222origine, le schiume si distinguo- no in: Alta espansione 1:500 - 1:1000 Media espansione 1:30 - 1:200 Bassa espansione 1:6 - 1:12

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 70 di 283 Tipi di liquidi schiumogeni (da impiegare in relazione al tipo di combustibile): Liquidi schiumogeni fluoro - proteinici Formati da una base proteinica addizionata con composti fluorurati. Adatti alla formazione di schiume a bassa espansione, hanno un effetto rapido e molt o e f- ficace su incendi di prodotti petroliferi . Liquidi schiumogeni sintetici Formati da miscele di tensioattivi. Adatti alla formazione di tutti i tipi di schiume e garantiscono una lunga conservabilit340 nel tempo, sono molto efficaci per azione di soffoc amento su grandi superfici e volumi . Liquidi schiumogeni fluoro - sintetici (AFFF - Acqueous Film Forming Foam) Formati da composti fluorurati. Adatti alla formazione di schiume a bassa e media espansione che hanno la caratteristica di scorrere rapidamente sulla superficie del liquido incendiato. L222impiego degli schiumog e- ni AFFF realizza una pi371 efficace azione estinguente in quanto consente lo spegnimento in tempi pi371 rapidi con una minore portata di soluzione schiumogena per metro quadrato di superficie incendiata. Liquidi schiumogeni per alcoli Formati da una base proteinica additivata con metalli organici. Sono adatti alla formazi o- ne di schiume a bassa espansione e sono molto efficaci su incendi di alcoli , esteri, che- toni, e teri, aldeidi, acidi, fenoli, e c c.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 71 di 283 POLVERI S ono costituite da particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio, potassio, fosfati e sali organici. L222azione estinguente delle polveri 350 prodotta dalla loro decomposizione per effetto delle alte temperature, che d340 luogo ad effetti chimici sulla fiamma con azione anticatalitica ed alla produzione di CO2 e vapore d222acqua. I prodotti della decomposizione delle polveri separano il co m- bustibile dal comburente, raffred d ano il combustibile e inibiscono il processo della combustione. L'azione esercitata nello spegnimento 350 di tipo ch i- mico (inibizione del materiale incombusto tramite catalisi negativa) , di ra f- freddamento e di soffocamento . Possono essere utilizzate su apparec - chiature elettriche in tensione . Possono danneggiare apparecchiature e macchinari (essendo costituite da particelle solide finissime)

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 72 di 283 Utilizzo del222estintore a polvere L 222estintore a polvere pu362 essere utilizzato su: fuochi di classe A, B, C fuochi di classe D ( solo con polveri speciali). quadri e apparecchiature elettriche fino a 1000 V ; Gli estintori a polvere devono riportare l'indicazione della loro idoneit340 all'uso su apparecchiature elettriche sotto tensione, per esempio : "adatto all'uso su apparecchiature elettriche sotto tensione fino a 1000 v ad una distanza di un metro" L'utilizzo di estintori a polvere contro fuochi di classe F 350 considerato pericoloso . Pe r- tanto non devono essere sottoposti a prova secondo la norma europea UNI EN 3 - 7:2008 e non devono essere marcati con il pittogramma di classe "F". Una volta spento l 222incendio 350 opportuno arieggiare il locale, in quanto, oltre ai prodotti della combustione (C O , CO2, vari acidi e gas, presenza di polveri incombuste nell222aria) la stessa polvere estinguente, molto fine, pu362 essere inspirata insieme ad altre sostanze pericolose dall222operatore.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 73 di 283 GAS INERTI 310 utilizzata principalmente l' Anidride carbonica ( CO2) e in minor m i sura l'azoto. U tilizzati principalmente in ambienti chiusi. La loro presenza nell222aria riduce la concentrazione del comburente fino ad impedire la combustione. L222anidride carbonica : non 350 tossica ; 350 pi371 pesante dell222aria ; 350 dielettric a (non conduce elettricit340) ; 350 normalmente conservato come gas liquefatto ; produce , differentemente dall222azoto , anche un222azione estinguente per raffreddamento dovuta all222assorbimento di calore generato dal passaggio dalla fase liquida alla fase gassosa. I gas inerti possono essere utilizzati su apparecchiature elettr i- che in tensione .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 74 di 283 percentuali in volume di CO2 e di azoto necessarie per inertizzare l222atmosfera in modo da renderla incapace di al i- mentare la combustione di alcune s o- stanze infiammabili. Sostanza AZOTO CO2 (% in volume) acetone alcool etilico benzolo idrogeno metano propano benzina 45,2 49,6 47,1 76,4 42,8 45,6 45,2 32,4 38,5 34,3 72,1 31,0 32,4 31,9

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 75 di 283 IDROCARBURI ALOGENATI D etti anche HALON ( HALog e- nated - hydr o carb ON ) , sono formati da idrocarburi saturi in cui gli atomi di idrogeno sono stati parzialmente o totalmente sostituiti con atomi di cromo, bromo o fluoro . L222azione estinguente avviene con l222 interruzione chimica della re a- zione di combustione ( catalisi negativa ). S ono efficaci su incendi in ambienti chiusi scarsamente ventilati e l 222azione estinguente non danneggia i materiali. Tuttavia, alcuni HALON per effetto delle alte temperature dell222incendio si decompongono producendo gas tossici . Il loro utilizzo 350 stato abolito da disposizioni legislative emanate per la protezione della fascia di ozono stratosferico (D . M . Ambiente 3/10/ 2001 - Recupero, riciclo, rigenerazione e distribuzione degli halon) .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 76 di 283 AGENTI ESTINGUENTI ALTERNATIVI ALL222HALON Gli agenti sostitutivi degli halon impi e- gati attualmente sono " ecocompatib i- li" ( clean agent ), e generalmente combinano al vantaggio della salv a- guardia ambientale lo svantaggio di una minore capacit340 estinguente rispetto agli halon. Esistono sul mercato pr odotti inertiz- zanti e prodotti che agiscono per azi o- ne anticatalitica .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 77 di 283 Agenti sostitutivi degli halon trattati nello standard NFPA 2001 (edizione 1994) (1) Il nome commerciale 350 stato aggiunto rilevandolo dalle informazioni pubblicitarie e dalla letteratura. (2) Esiste anche il CEA - 614 (perfluoroesano) ma non 350 trattato nella NFPA 2001. (3) La formula bruta non 350 riportata nello standard. (4) Nei dati tecnici del FM - 200 pubblicati dal distributore italiano 350 erroneamente indicato CF3CHFC H3 Sigla Nome della molecola Formula bruta Nome commerciale (1) FC - 3 - 1 - 10 Perfluorobutano C 4 F 10 CEA - 410 (2) HBFC - 22B1 Bromodifluorometano CHF 2 Br 350 l'Halon 1201 HCFC Blend A Diclorotrifluoroetano HCFC - 123 (4,75%) Clorodifluorometano HCFC.22 (82%) Clorotetrafluoroetano HCFC - 124 (9,5%) Isopropenil - 1 - metilcicloesene (3,75%) CHCl 2 CF 3 CHClF2 CHClFCF3 (3) NAF S - III HCFC - 124 Clorotetrafluoroetano CHClFCF 3 FE - 241 HFC - 125 Pentafluoroetano CHF 2 CF 3 FE - 25 HFC - 227ea Eptafluoropropano CF 3 CHFCF 3 FM - 200 (4) HFC - 23 Trifluorometano CHF 3 PF - 23 oppure FE - 13 IG - 541 Azoto (52%) Argon (40%) Anidride carbonica (8%) N 2 Ar CO 2 INERGEN

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 78 di 283 I rischi alle persone e all222ambiente Dinamica dell222incendio Nell222evoluzione dell222incendio si possono individuare 4 fasi: Fase di ignizione Fase di propagazione Incendio generalizzato ( FLASH OVER ) Estinzione e raffreddamento Le fa si sono evidenziate nel diagramma che descrive l'andamento delle temperature di un incendio nel tempo ( curva Temperatura 226 tempo ). La probabilit340 di intervenire con successo su un principio di incendio 350 molto a l- ta nella fase di ignizione, nella quale le temp erature sono ancora basse. Per questo 350 importante che gli addetti antincendio siano ben addestrati all'intervento tempestivo, attraverso un buon piano di emergenza e che i mezzi di estinzione siano a portata di mano e segnalati .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 79 di 283 L' INCENDIO REALE Fase di ignizione Fase di propagazione Fase di Incendio generalizzato (flash - over) Fase di Estinzione e raffreddamento ignizione propagazione incendio generalizzato estinzione (flash-over)TEMPERATURA TEMPERATURA TEMPO TEMPO

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 80 di 283 Fase di ignizione : - Infiammabilit340 del combu- stibile; - Possibilit340 di propagazione della fiamma; - Grado di partecipazione al fuoco del combustibile; - Geometria e volume degli ambienti; - Possibilit340 di dissipazione del calore nel combustibile; - Ventilazione dell222ambiente; - Caratteristiche superficiali del combustibile; - Distribuzione nel volume del combustibile, punti di contatto .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 81 di 283 Fase di pro pagazione: - Produzione dei gas tossici e corrosivi; - Riduzione di visibilit340 a cau- sa dei fumi di combustione; - Aumento della partecip a- zione alla combustione dei combustibili solidi e liquidi; - Aumento rapido delle te m- perature; - Aumento dell222energia di ir- raggiamento .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 82 di 283 Fase di Incendio generalizzato (flash - over): - Brusco incremento della temperatura; - Crescita esponenziale della velocit340 di combustione; - Forte aumento di emissioni di gas e di particelle inca n- descenti, che si espandono e vengono t rasportate in senso orizzontale e soprattutto in senso ascensionale; si fo r- mano zone di turbolenze v i- sibili; - I combustibili vicini al focolaio si autoaccendono, quelli pi371 lontani si riscaldano e raggiungono la loro temperatura di combustione con pr o- duzione di gas di distillazione infiammabili.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 83 di 283 Fase di Estinzione e raffreddamento - L 222incendio ha terminato di interessare tutto il materia- le combustibile . - Inizia la fase di decremento delle temperature all222interno del locale a ca u- sa del progressivo dimin u- zione dell222apporto termico residuo e della dissipazione di calore attraverso i fumi e di fenomeni di conduzione termica.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 84 di 283 A pprofondimento: L'incendio convenzionale Curva nominale standard (ISO 834) per i ncendio convenzionale: g = 20 + 345 log10 (8 267 t +1) g t 350 il tempo espresso in minuti. Curva nominale degli idrocarburi incendi di quantit340 rilevanti di idrocarburi o altre sostanze equivalenti: g = 1080 (1 226 0,325 267 e- 0,167 t - 0,675 267 e- 2,5t) + 20 Curva nominale esterna: Incendi sviluppatisi all222interno del compartimento, ma che coinvolgono strutture poste all222esterno: g = 660 (1 226 0,687 267 e- 0,32 t - 0,313 267 e- 3,8t) + 20

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 85 di 283 Principali effetti dell222incendio sull222uomo Anossia (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell222aria) Azione tossica dei fumi Riduzione della visibilit340 Azione termica Causati dai prodotti della combustione : Gas Fiamma Calore Fumo

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 86 di 283 GAS DI COMBUSTIONE ossido di carbonio (CO) anidride carbonica (CO2) idrogeno solforato (H2S) anidride solforosa (SO2) ammoniaca (NH3) acido cianidrico (HCN) acido cloridrico (HCl) perossido d222azoto (NO2) aldeide acrilica (CH2CHCHO) fosgene (COCl2)

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 87 di 283 OSSIDO DI CARBONIO (CO) L222ossido (o monossido) di carbonio si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di ossigeno . 310 il pi371 pericoloso tra i tossici del sangue sia per l'elevato livello di tossicit340, sia per i notevoli quantitativi generalmente sviluppati. Caratteristiche: incolore, inodore, non irritante Meccanismo d222azione: Il CO viene assorbito per via polmonare; attraverso la parete alveolare passa nel sangue per combinazione con l222emoglobina dei gl o- b uli rossi formando la carbossi - emoglobina , bloccan d o i legami che la stessa ha con l222ossigeno che in condizioni normali forma l222ossiemoglobina. Il CO determina un legame preferenziale con l222emoglobina, in quanto l222affinit340 di legame tra il CO e l222emoglobina 350 di circa 220 volte superiore a quella tra l222emoglobina e l222ossigeno . Sintomatologia: cefalea, nausea, vomito, palpit a- zioni, astenia, tremori muscolari . Se si sommano gli effetti del C O sull222organismo umano con quelli conseguenti ad una situazione di stress, panico e co n- dizioni termiche avverse, i massimi tempi di esposizione sopportabili dall222uomo in un incendio reale sono quelli ind i- cati in tabella. Concentrazi o- ne di CO (ppm) Tempo max di esposizio- ne (sec) 500 240 1000 120 2500 48 5000 24 10000 12

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 88 di 283 ANIDRIDE CARBONICA (CO2) L222anidride carbonica non 350 un gas tossico . 310 un gas asfissiante in quanto, pur non essendo toss i- co per l' u om o, si sostituisce all222ossigeno dell222aria . Quando determina una diminuzione dell' ossigeno a valori inferiori al 17 % in volume, produce asfissia. Inoltre 350 un gas che accelera e stimola il ritmo respiratorio; con una percentuale del 2% di CO2 in aria la velocit340 e la profondit340 del respiro aumentano del 50% rispetto alle normali condizioni. Con una percentuale del 3% l222aumento 350 del 100%, cio350 raddoppia. Nota: La deficienza di ossigeno e/o l'eccesso di CO2 possono condurre alla perdita di c o- noscenza e alla morte per asfissia . Quando la concentrazione dell'ossigeno scende i n- torno al 15% l'attivit340 muscolare diminuis ce, si ha difficolt340 nei movimenti. Quando la concentrazione dell'ossigeno 350 tra il 10 e il 15% l'uomo 350 ancora cosciente, anche se, e non necessariamente se ne rende conto, commette valutazioni errate. A concentrazioni di ossigeno tra il 6 e il 10% si ha collasso. Sotto il 6% cessa la respirazione e la morte per asfissia ha luogo nel giro di circa 6 minuti. CO 2 : O=C=O

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 89 di 283 ACIDO CIANIDRICO (HCN) L222acido cianidrico si sviluppa in modesta quantit340 in incendi ordinari a t traverso combustioni incomplete (carenza di ossi- geno) di lana, seta, r e sine acriliche, uretaniche e poliammid i- che . Possiede un odore caratteristico di mandorle amare. Meccanismo d222azione: 310 un aggressivo chimico che interrompe la ca- tena respiratoria a livello cellulare generando grave sofferenza funzi o- n a le nei tessuti ad alto fabbisogno di ossigeno, quali il cuore e il sistema nervoso centrale . Vie di penetrazione: inalatoria , cutanea, digerente. I cianuri dell222acido cianidrico a contatto con l222acidit340 gastrica presente nello stomaco vengono idrolizzat i bloccando la respirazione cellulare con la conseguente morte della cellula per anossia. Sintomatologia: iperpnea (fame d222aria), aumento degli atti respiratori, colore della cute rosso, cefalea, ipersalivazione, bradicardia, ipertensi o- ne.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 90 di 283 FOSGENE (COCl2) Il fosgene 350 un gas tossico che si sviluppa durante le co m- bustioni di materiali che contengono il cloro , come per esempio alcune mat e rie plastiche . Esso diventa particolarmente pericoloso in ambienti chiusi. Meccanismo d222azione: Il fosgene a cont atto con l222acqua o con l222umidit340 si scinde in anidride carbonica e acido cloridrico che 350 estr e- mamente pericoloso in quanto intensamente caustico e capace di ra g- giungere le vie respiratorie. Sintomatologia: irritazione (occhi, naso, e gola), lacrimazione , se c- chezza della bocca, costrizione toracica , vomito , mal di testa.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 91 di 283 EFFETTI DEL CALORE Il calore 350 dannoso per l222uomo per la disidratazione dei te s- suti, difficolt340 o blocco della respirazione e scottature . Una temperatura dell222aria di circa 150 260C 350 la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo tempo, a condizio- ne che l222aria sia sufficientemente secca. Tale valore si abbassa se l222aria 350 umida, come negli incendi . Una temperatura di circa 60 260C 350 da ritenere la massima respirabile per breve tempo . Ustioni : L222irraggiamento genera ustioni sull222organismo umano che possono essere classificate a seconda della l o- ro profondit340 in ustioni di I, II e III grado. ustioni di I grado superficiali facilmente guaribili ustioni di II grado formazione di bolle e vescicole consultazione struttura sanitaria ustioni di III grado profonde urgente ospedalizzazione

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 92 di 283 Oltre alle lesioni alla superficie cutanea, l'ustione pu362 comportare altre gravi patologie che interessano organi vital i : Intossicazioni, dovute all'inalazione di ossido di carbonio, vapori o gas bollenti che possono provocare una compromissione delle vie aeree fino al tessuto polmonare ; Infezioni, provocate dall'assenza di protezione esercitata dalla pelle contro l'ingresso di microrganis mi ; Insufficienza renale, per l'eccessivo sforzo a cui 350 sottoposto il rene per riassorbire i detriti metabolici provenienti dai tessuti d i- strutti. Il primo soccorso ad un individuo ustionato consiste innanzitutto nell'a l- lontanarlo dalla sorgente dell'ustione e nello spegnere o eliminare i m- mediatamente indumenti ancora infiammati o eventualmente imbrattati da sostanze chimiche causa di causticazione.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 93 di 283 Nel caso di ustioni da fuoco : 1. Soffocare con coperte o altro mezzo le fiamme che avvolgono il soggetto 2. Effettuare una valutazione primaria: nel caso di incoscienza e assenza di respiro iniziare le manovre di BLS 3. Raffreddare per non pi371 di un minuto la zona ustionata 4. Coprire le lesioni con garze sterili o con teli asciutti (mai umidi o bagnati) Nelle ustioni da agenti chimici: 1. Rimuovere l'agente con attenzione 2. Togliere all'infortunato gli abiti intrisi 3. Lavare le parti colpite con acqua abbondante e per un tempo prolungato, evitando che l'agente chimico si sparga sulle zone del corpo n on interessate dall'ustione 4. Nel caso siano interessati gli occhi, aprire le palpebre dell'infortunato (ma senza forz a- re) e sciacquare a lungo Le ustioni: Cosa non fare 1. Non sfilare gli abiti bruciati che aderiscono alla superficie corporea 2. Non coprire le lesioni con pezze bagnate 3. Non usare mai ghiaccio o pomate sulle lesioni 4. Non forare o aprire per nessun motivo le vesciche provocate da ustioni di 2260 grado 5. Non stimolare il vomito nei soggetti intossicati

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 94 di 283 Il trasporto dell'ustionato va effettuato rapidamente e, possibilmente, direttamente presso un centro specializz a- to o presso un centro di ri a nimazione quando le ustioni sono estese. Se questi presidi distano pi371 di un'ora dal luogo dell'incidente sarebbe preferibile comunque rivolgersi al pi371 vicino Pronto Soccorso. Infatti il rischio pi371 grave in un soggetto ustionato 350 la disidratazione ed il co n- seguente stato di shock da diminuzione dei liquidi corporei che la supe r- ficie cutanea ustionata disperde in grande quantit340. Effetti dell'irraggiamento (metodo di Eisemberg) Energia (KW/mq) Effetti sull'uomo 40 1% di probabilit340 di sopravvivenza 26 innesco incendi di materiale infiammabile 19 50% di probabilit340 di sopravvivenza 5.0 danni per operatori con indumenti di prot e- zione esposti per lungo tempo 2.0 scottature di 2260 grado 1.8 scottature di 1260 grado 1.4 limite di sicurezza per persone vestite esp o- ste per lungo tempo (1.0) (irraggiamento solare estivo alle nostre lat i- tudini) Effetti dell222incendio sui materiali da costruzione Valori di irraggiamento (kW/mq) Danni che si possono verificare 60 Strutture in calcestruzzo 40 Strutture in acciaio 33 Ignizione del legno entro un minuto 12,6 Danneggiamento di serbatoi metallici 11,7 Danneggiamento cavi elettrici Fonte: Software SIGEM - SIMMA Ministero dell'Interno - C.N.VV.F.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 95 di 283 ESPLOSIONE R apida espansione di gas, dovuta ad una reazione chimica di comb u stione, avente come effetto la produzione di c a- lore , un' onda d'urto ed un picco di pressione . L'esplosione 350 detta: Deflagrazione quando la reazione si propaga alla miscela infia m mabile non ancora bruciata con una velocit340 minore di quella del suono ; Detonazione se la reazione procede nella miscela con velocit340 superiore a quella del suono . Gli effetti distruttivi delle detonazioni sono maggiori rispetto a quelli delle deflagrazioni.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 96 di 283 Un222esplosione pu362 aver luogo quando gas, vapori o anche polveri i n fia m- mabili (es. segatura di legno, farina , ecc.), entro il loro campo di esplosivit340, vengono innescati da una fonte di inne- sco di sufficiente energia. In particolare in un ambiente chiuso s a- turo di gas, vapori o polveri l222aumento della temperatura dovuto al processo di combustione sviluppa un aumento di pressione che pu362 arriv are fino ad 8 volte la pressione iniziale. Il modo migliore di proteggersi dalle esplosioni sta nel prevenire la formazione di miscele infiammabili nel luogo ove si lavora, in qua n- to 350 estremamente difficoltoso disporre di misure che fronteggiano gli effetti delle esplosioni come 350 invece possibile fare con gli incendi.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 97 di 283 Cenni sugli Esplosivi (approfondimento) Gli esplosivi sono sostanze che contengono nella loro molecola un qua n tit340 di ossigeno sufficiente a determ i- nare una combustione (a differenza dei combustibili "tradizionali" in cui il comburente necessario per la combustione 350 costituito dall222ossigeno contenuto nell'aria). Gli esplosivi sono soggetti alle disposizioni del TULPS "Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza" (R.D. 18 giugno 193 1, n. 773) , e i n base all'art. 82 del "Regolamento per l'esec u- zione del TULPS " (R.D. 6 maggio 1940, n. 635), sono classificati in 5 categorie : 1^ Cat. - Polveri ( 1 ) e prodotti affini negli effetti esplodenti; 2^ Cat. - Dinamiti ( 2 ) e prodotti affini negli effetti esplodenti; 3^ Cat. - Detonanti ( 3 ) e prodotti affini negli effetti esplodenti; 4^ Cat. - Artifici ( 4 ) e prodotti affini negli effetti esplodenti; 5^ Cat. - Munizioni di sicurezza ( 5 ) e giocattoli pirici 1 I cat.: "Esplosivi deflagranti " (lenti); velocit340 di detonazione 100 -1000 m/s (polvere nera, polveri senza fumo, cartucce car i- che per fucili, ecc.) 2 II cat.: "Esplosivi detonanti secondari "; (dinamiti, tritolo (velocit340 di detonazione 7000 m/s), slurries, pulverulenti, AN/FO, 3 III cat.: "Esplosivi detonanti primari " o da innesco ; (detonatori, micce detonanti con esplosivo >15 gr/m, ecc.) 4 IV cat.: Artifici, fuochi artificiali, razzi da segnalazione, ecc.) 5 V cat.: Micce a lenta combustione, bossoli innescati per cartucce, giocattoli pirici, ecc.)

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 98 di 283 Prevenzione Incendi La sicurezza antincendio 350 orientata alla salvaguardia dell222incolumit340 delle persone ed alla tutela dei beni e dell222ambiente, mediante il cons e- guimento degli obiettivi primari. L222opera deve essere concepita e costruita in modo che, in caso di i n- cendio sia garantita (Re quisito essenziale n. 2 della Direttiva Europea 89/106/CEE "materiali da costruzione"): 1. La stabilit340 delle strutture portanti per un tempo utile ad ass i- curare il soccorso agli occupanti. 2. La limitata produzione di fuoco e fumi all'interno delle opere 3. La limitata propagazione del fuoco alle opere vicine . 4. La possibilit340 che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo. 5. La possibilit340 per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicur ezza .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 99 di 283 Il rischio di ogni evento incidentale (l'incendio nel nostro caso) risulta definito da 2 fattori: La Frequenza , cio350 la probabilit340 che l'evento si verifichi in un determinato intervallo di tempo. La Magnitudo , cio350 l'entit340 delle po s- sibili perdite e dei danni conseguenti al verificarsi dell'evento. da cui ne deriva la definizione di Rischio = Frequenza x M a- gnitudo Dalla formula appare evidente che quanto pi371 si riduc e la frequenza , la magnitudo, o entrambe, tanto pi371 si ridurr340 il rischio.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 100 di 283 Approfondimento La formula ( R = F x M ) viene graficamente riportata nel diagramma in cui appare ev i- dente quale sia lo scopo nell'adottare le misure di preve n zione e protezione. Ridurre il rischio R significa passare dalla curva R1 alla curva R2 In particolare agendo sulla "Prevenzi o- ne" diminuisce la "Frequenza" (perco r- so A C ) , mentre agendo sulla "Prot e- zione" diminuisce la "Magnitudo" (pe r- corso A B ) . In entrambi i casi, (o solamente con la prevenzione o solamente con la protezione), conseguiamo l'obiettivo di ridurre il "Rischio", ma l'azione pi 371 corretta 350 quella di agire contemporaneamente con l'adoz ione di misure sia di "Prevenzione" che di "Protezione". Dal punto di vista matematico il Rischio 350 rappresentato (in maniera molto schematica e tralasciando altri fattori), da una funzione chiamata "Iperbole" rappresentata sugli assi Frequenza - Magnitudo)

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 101 di 283 Il controllo e la gestione del rischio Nel diagramma 350 rappresentata la possibilit340 di controllare e gestire un rischio di incendio inaccettabile attraverso l222adozione di misure di tipo Preventivo o Protettivo. L'attuazione del le misure per r i- durre il r ischio mediante la r i- duzione della frequenza vi e- ne chiamata " prevenzione ", L'attuazione delle misure tese alla riduzione della magnit u- do viene chiamata " protezi o- ne ". L e misure di Protezione possono essere di tipo attivo o passivo , a seconda che richiedano o meno un intervento di un operatore o di un impianto per essere attivate.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 102 di 283 LA SICUREZZA EQUIVALENTE L e azioni Preventive e Protettive non devono essere considerate al- ternative ma complementari tra loro.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 103 di 283 Le specifiche misure di prevenzione P rincipali misure di prevenzione : ( finalizzate alla riduzione della probabilit340 di accadimento ) Realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte . (Norme CEI ) Collegamento elettrico a terra di impianti, strutture, serbatoi ec c. Installazione di impianti parafulmine . Dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e di utilizz a- zione delle sostanze infiammabili. Ventilazione dei locali. Utilizzazione di materiali incombustibili. Adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla . Segnaletica di Sicurezza , riferita in particolare ai rischi presenti nell222ambiente di lavoro.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 104 di 283 Realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte Gli incendi dovuti a cause elettriche ammontano a circa il 30% della totalit340 di tali sinistri. Misura di prevenzione molto importan te. Mira alla realizzazione di impianti elettr i- ci a regola d'arte ( D. M . sviluppo econ o- mico 22 gennaio 2008, n. 37 , norme CEI) ( il DM n. 37/08 ha sostituito la legge 46/90). Consegue lo scopo di ridurre le probabilit340 d'incendio , evitando che l222impianto elettrico costituisca causa d222innesco . Molto numerosa 350 la casistica delle anomalie degli impianti elettrici le quali possono causare principi d'incendio: corti circuiti, conduttori flessibili danneggiati, contatti lenti, surriscaldamenti dei cavi o dei motori, guaine discontinue, mancanza di protezioni, sotto - dimensionamento degli impianti, apparecchiature di regolazione mal funzi o- nanti, ecc.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 105 di 283 Collegamento elettrico a terra La messa a terra di impianti, serbatoi ed altre strutture impedisce che su tali apparecchiature possa verificarsi l'accumulo di cariche elettrostatiche prodottesi per motivi di svariata natura (strofinio, correnti vaganti ecc.). La mancata dissipazione di tali cariche potrebbe causare il verificarsi di scariche e lettriche anche di notevole ene r- gia le quali potrebbero costituire innesco di eventuali i n- cendi specie in quegli ambienti in cui esiste la possibilit340 di formazione di miscele di gas o vapori infiammabili.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 106 di 283 Installazione di impianti parafulmine Le scariche atmosferiche costituiscono an- ch'esse una delle principali cause d'ince n- dio. S pecialmente n elle zone ad alta attivit340 c e- raunica 350 necessario realizzare impianti di protezione contro le scariche atmosferiche ( parafulmine o " gabbia di Faraday " ) . Essi creano una via preferenziale per la scarica del fulmine a terra evitando che e s- so possa colpire gli edifici o le strutture che si vogliono proteggere.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 107 di 283 Dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e degli ut i- lizzatori di sostanze infiamm abili Al fine di prevenire un incendio gli impianti di distribuzione di sostanze infiammabili vengono dotati di d i- spositivi di sicurezza quali ad ese m pio: termostati; pressostati ; interruttori di massimo livello , termocoppie per il controllo di bruciatori, dispositivi di allarme , sistemi di saturazione e sistemi di inertizzazione , ec c .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 108 di 283 Ventilazione dei locali S otto l'aspetto preventivo, la ventilazione naturale o artificiale di un ambiente dove possono accumularsi gas o vapori i n- fiammabili evita che in tale ambiente possano verificarsi concentrazioni al di s o pra del limite inferiore del campo d'infiammabilit340. N el dimensionare e posizionare le apert u- re o gli impianti di ventilazione necessario tenere conto sia della quant it340 che della densit340 dei gas o vapori infiammabili che possono essere presenti.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 109 di 283 Impiego di strutture e materiali incombustibili Quanto pi371 ridotta la quantit340 di strutture o materiali combustibili pr e- sente in un ambiente tanto minori sono le probabilit340 che possa verif i- carsi un incendio. Pertanto potendo scegliere tra l'uso di diversi materiali dovr340 sicur a- mente essere data la preferenza a quelli che, pur garantendo analoghi risultati dal punto di vista della funzionalit340 e del processo produttivo, presentino caratteristiche di incombustibilit340. Adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla Tali provvedimenti risultano di indispensabile adozione qualora negli ambienti di lavoro venga prevista la presenza di gas, polveri o vapori infiammabili .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 110 di 283 Accorgimenti comportamentali per prevenire gli incendi L222obiettivo principale dell222adozione di misure precauzionali di esercizio 350 quello di permettere, attraverso una corretta gestione, di non aumenta- re il livello di rischio reso a sua volta accettabile attraverso misure di prevenzione e di protezione. Le misure precauzionali di esercizio si realizzano attraverso: Analisi delle cause di incendio pi371 comuni Informazione e Formazione antincendi Controlli degli ambienti di lavoro e delle attrezzature Manutenzione ordinaria e straordinaria

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 111 di 283 Analisi delle cause di incendio pi371 comuni Il personale deve adeguare i comportamenti ponendo particolare atte n- zione a : Deposito e utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili Utilizzo di fonti di calore Impianti ed attrezzature elettriche Il fumo e l'utilizzo di portacenere Rifiuti e scarti di lavorazione combustibili Aree non frequentate Misure contro gli incendi dolosi

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 112 di 283 Deposito e utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili Ove possibile, il quantitativo dei materiali infiammabili o facilmente comb u stibili lim i- tato a quello strettamente necessario e tenuto lontano dalle vie di esodo . I quantitativi in eccedenza de vono ess e- re depositati in appositi locali o aree. Ove possibile, sostitui r e le sostanze i n- fiammabili con altre meno pericolose . Il deposito di materiali infiammabili deve essere realizzato in luogo isolato o locale separato tramite strutture e porte resistenti al fuoco . I lavoratori che manipolano sostanze infiammabili o chimiche pericolose devono essere adeguatamente addestrati. I lavoratori devono essere anche a conoscenza delle propriet340 delle sostanze e delle circostanze che possono incrementare il rischio di ince n- dio (schede di sicurezza). I materiali di pulizia combustibili devono essere tenuti in appositi rip o- stigli o locali .

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 113 di 283 Utilizzo di fonti di calore Cause pi371 comuni di incendio Impiego e detenzione delle bombole di gas utilizzate negli apparecchi di risca l- damento (anche quelle vuote); D eposito di materiali combustibili s o- pra o in vicinanza degli apparecchi di riscaldamento ;

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 114 di 283 Cause pi371 comuni di incendio Utilizzo di apparecchi in ambienti non idonei (presenza di infiammab i- li, a lto carico di incendio etc.); Utilizzo di apparecchi in mancanza di adeguata ventilazione degli ambienti (norme UNI - CIG) ; I condotti di aspirazione di cucine, forni, seghe, molatrici , devono essere puliti con frequenza per evitare l'accumulo di grassi o polveri. Gli ambienti in cui sono previste lavorazioni con fiamme libere d evo no essere accuratamente controllati . I luoghi dove si effettuano lavori di saldatura o di taglio alla fiamma , devono essere tenuti liberi da materiali combustibili , tene ndo presente il rischio legato alle eventuali scintille.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 115 di 283 Impianti ed attrezzature elettriche Il personale deve essere istruito sul corretto uso delle attrezzature e degli impianti elettrici e in modo da ess e- re in grado da riconoscere d i fetti . Le prese multiple non devono essere sovraccaric a- te per evitare surriscaldamenti degli impianti. In caso di alimentazione provvisoria di un222apparecchiatura elettrica, il cavo elettrico deve avere la lunghezza strettamente ne ces saria e pos i- zionato in modo da evitare danneggiamenti. Le riparazioni elettriche devono essere effettuate da personale competente e qualificato. Tutti gli apparecchi di illuminazione producono calore e possono essere causa di incendio.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 116 di 283 Il fumo e l'utilizzo di portacenere Occorre identificare le aree dove il fumo delle sig a- rette pu362 costituire pericolo di incendio e disporne il divieto , in quanto la mancanza di di sposizioni a r i- guardo 350 una delle principali cause di incendi . Nelle aree ove sar340 consentito fumare , occorre mettere a disposizione idonei portacenere che dovranno essere svuotati regolarmente. I portacenere non debbono essere svuotati in recipienti costituiti da materiali facilmente combustibili, n350 il loro contenuto deve essere accumulato con altri rifiuti. Non deve essere permesso di fumare nei depositi e nelle aree cont e- ne n ti materiali facilmente combustibili od infiammabili.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 117 di 283 Rifiuti e scarti di lavorazione combustibili I rifiuti non debbono essere d e- positati , neanche in via tempor a- nea, lungo le vie di esodo (corri- doi, scale, disimpegni) o dove po s- sono e n trare in contatto con sorge n- ti di ignizione. L'accumulo di scarti di lavorazione deve essere evitato ed ogni scarto o rifiuto deve essere rimosso giorna l- mente e depositato in un222area ido-nea fuori dell'edificio.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 118 di 283 Aree non frequentate Le aree che normalmente non sono frequentate da personale (scantin a ti, locali deposito) ed ogni area dove un incendio po-trebbe svilupparsi senza preavv i- so, devono essere tenute lib e- re da materiali comb u stibili non essenziali. Devono essere adottate preca u- zioni per proteggere tali aree contro l'accesso di persone non autorizzate.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 119 di 283 Misure contro gli incendi dolosi Scarse misure di sicurezza e mancanza di controlli possono consentire accessi non autorizzati nel luogo di lavoro, comprese le aree esterne, e ci362 pu362 costituire causa di incendi dolosi. Occorre prevedere adeguate m i- sure di controllo sugli accessi ed assicurarsi che i materiali combustibili depositati all'esterno non metta no a rischio il luogo di lavoro.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 120 di 283 Informazione e formazione antincendi 310 obbligo del datore di lavoro fornire ai lavoratori un222adeguata informazione e fo r- mazione (Art. 36 e 37 del D.lgs n. 81/08) al riguardo di: a) R ischi legati all'attivit340 dell'impresa in generale ed alle specif i- che mansioni svolte ; b) M isure di prevenzione e di protezione incendi adottate in azienda con particolare riferimento : ub icazione dei presidi antincendi ; ubic a- zione delle vie di uscita; modalit340 di apertura delle porte delle uscite; l'i m- portanza di tenere chiuse le porte resistenti al fuoco; i motivi per cui non d e- vono essere utilizzati gli ascensori per l'evacuazione in caso di incendio; c) P rocedure da adottare in caso di incendio ( primo soccorso, la lotta a n- tincendio, l222evacuazione) ed in particolare: azioni da attuare quando si scopre un incendio; come azionare un allarme; azione da attuare quando si sente un allarme; procedure di evacuazione fino al punto di raccolta in luogo sicuro; modalit340 di chiamata dei Vigili del F uoco. d) I nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendi e gestione delle emergenze e pronto soccorso; e) I l nominativo del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 121 di 283 Controllo degli ambienti di lavoro 310 o pportuno che vengano effettuati regolari verifiche (con cadenza predeterminata) nei luoghi di lavoro finalizzati ad accertare il manten i- mento delle misure di sicurezza antincendio. In proposito 350 opportuno predisporre idonee liste di controllo . P otranno essere incaricati singoli lavoratori oppure lavoratori addetti alla prevenzione i ncendi. I lavoratori devono ricevere adeguate istruzioni in merito alle oper a- zioni da attuare prima che il luogo di lavoro sia abbandonato , al termine dell'orario di lavoro , affinch351 lo stesso sia lasciato in cond i- zioni di sicurezza.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 122 di 283 TABELLA DEI CONTROLLI DI SICUREZZA DA EFFETTUARE PERIODICAMENTE - Le vie di uscita quali passaggi , corridoi , scale , devono essere co n trollate per assicurare che siano libere da ostruzioni e pericoli; - L e porte sulle vie di uscita devono essere controllate per assicurare che si aprano facilmente. - Le porte resistenti al fuoco devono essere controllate per assicu- rarsi che non sussistano danneggiamenti e che chiudano regolarme n- te. - Le apparecchiature elettriche che non devono restare i n servizio vanno messe fuori tensione - L e fiamme libere devono essere spente o lasciate in condizioni di sicurezza - I rifiuti e gli scarti combustibili devono essere rimossi - I materiali infiammabili devono essere depositati in luoghi sicuri - Il luogo di lavoro deve essere assicurato contro gli accessi inco n- trollati I lavoratori devono segnalare agli addetti alla prevenzione incendi ogni situazi o- ne di potenziale pericolo di cui vengano a conoscenza.

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 123 di 283 Verifiche e manutenzione sui presidi antincendio Manutenzione ordinaria e straordinaria Occorre SORVEGLIANZA ma anche CONTROLLO PERIODICO cio350 MANUTENZIONE (ORDINARIA e STRAORDINARIA) Devono essere oggetto di regolari verifiche i seguenti impianti : Impianti per l'estinzione degli Incendi Impianti per la rilevazione e l'allarme in caso di Incendio Impianti elettrici Impianti di distribuzione ed utilizzo del g as Impianti a rischio specifico (montacarichi, centrali termiche, cucine, ecc.)

Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno - Corso per addetti antincendio Pagina 124 di 283 D evono essere mantenute in efficienza ed essere oggetto di regolari verifiche tutti gli impianti e le misure antincendio previste: - per garantire il sicuro utilizzo delle vie di uscita; - relative alla illuminazione di sicurezza; - per l'estinzione degli incendi; - per la rivelazione e l'allarme in caso di incendio . Il datore di lavoro 350 responsabile del mantenimento delle cond i- zioni di efficienza delle attrezzature ed impianti, in particolare di que l- li di protezione antincendio. Il datore di lavoro deve individuare gli addetti ed attuare la so r- veglianza , il controllo e la manutenzione , alle scopo di rilevare e rimuovere qualunque causa , deficienza, danno od impedimento che possa pregiudicare il corretto funzionamento ed uso di appare c- chiature o dei presidi antincendio. L'attivit340 di controllo periodica e la manutenzione deve essere eseguita da personale competente e qualificato , e g li inconvenienti riscontrati vanno registrati e comunicati ai responsabili.